Sofferenza e distrazione


Qui si spiega come il soffrire derivi spesso dal tentativo di evitare la sofferenza.

Per evitare la sofferenza spesso ci distraiamo dalle emozioni e dai pensieri con cui ci turbiamo. Distraiamo da essi l’attenzione nel tentativo di negarli come per eliminarli dalla realtà.
Così facendo otteniamo solo di eliminarli dalla nostra consapevolezza, ma lasciamo che continuino a determinare i nostri comportamenti attraverso i significati che i contesti assumono automaticamente.

Viceversa quando riusciamo a osservare un'emozione abbastanza a lungo notiamo come è composta: la sensazione, i pensieri, le reazioni collegate, il giudizio su di noi, le aspettative assunte automaticamente, i presupposti di giudizio, il giudizio su di noi …
Così riconosciuta possiamo utiizzarla per comunicare bene, vale a dire per comunicare non solo quel che vediamo ma anche come guardiamo.

Inoltre, osservando un’emozione abbastanza a lungo, la si vedrà cambiare: cambia la sua espressione, il posto nel corpo in cui sentiamo la sensazione, la sua influenza sulla nostra risposta, …
Per esempio osservando bene la rabbia spesso la vedremo sparire, o disvelare la tristezza e/o la paura.